Scontrini per i farmaci, rette del nido: stop ai documenti se il Fisco ha i dati
Quante volte si è letto che la pubblica amministrazione non poteva chiedere dati in suo possesso? Con la proposta di legge sulle semplificazioni all’esame della commissione Finanze della Camera (e attesa in Aula la prossima settimana) si punta a introdurre un principio elementare ma finora mai applicato. In caso di controlli formali dell’amministrazione finanziaria sulle dichiarazioni dei redditi, il Fisco non potrà chiedere ai contribuenti dati già in suo possesso perché comunicati da soggetti terzi (banche, assicurazioni ma anche farmacie e strutture medico-sanitarie) a meno che la richiesta non riguardi la verifica di requisiti soggettivi che non possono emergere dall’Anagrafe tributaria.
Richieste prive di efficacia
A rafforzare questo divieto a favore del contribuente, c’è anche il rafforzamento voluto da Forza Italia con un sub emendamento già approvato da tutta la commissione Finanze. In pratica le richieste delle cosiddette “pezze d’appoggio” a detrazioni o deduzioni da far valere nel 730 o nelle altre dichiarazioni dei redditi effettuate dall’amministrazione finanziaria per dati in suo possesso saranno addirittura considerate «inefficaci».
Addio a cumuli di carta
In pratica, il contribuente potrà comunque far salvi alcuni sconti sconti fiscali anche se ha smarrito lo scontrino per i farmaci o la retta pagata del nido del figlio (tanto per citare due esempi di dati già ora trasmessi all’Anagrafe tributaria per la precompilata e che danno diritto a uno sconto fiscale). Una sfida per l’amministrazione finanziaria per far valere fino in fondo il principio di fondo che ha portato all’introduzione del 730 precompilato. Se ti fidi dei dati che hai per predisporre il 730 al contribuente, allora non puoi andarglieli a richiedere in caso di successivo controllo.
Fonte:IlSole24ore
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