Assegno unico per i figli ma non nel 2020
L’annuncio di un assegno unico per i figli a carico (fino a 18 o addirittura 26 anni) sembra già avere una battuta di arresto. La notizia di misure sostanziose in aiuto alle famiglie con figli, era stata confermata dalla Ministra per la Famiglia Bonetti sabato scorso, che aveva indicato come imminenti misure importanti quali:
il raddoppio da 5 a 10 giorni del congedo obbligatorio per i padri e
la frequenza gratuita degli asili nido per le fasce medio basse
un assegno mensile per ogni figlio, indipendente dal reddito che poteva arrivare a 240 euro (eliminando le detrazioni per i figli a carico)
Ma il progetto sembra scontrarsi ovviamente con la questione delle coperture. Servirebbero 9 miliardi che non ci sono e da qualcuno è arrivata la proposta di utilizzare a questo fine tutto o parte delle risorse che oggi finanziano il Bonus Renzi (in sostanza resterebbe, aumentato, solo per chi già lo riceve ma ha figli a carico).
Il ministro dell’economia Gualtieri in audizione alle commissioni al Senato specificato invece che “Il bonus 80 euro non sarà eliminato. È comunque intenzione del governo avviare una più generale riforma dell’Irpef ma non si può fare nei pochi giorni che ci separano dalla manovra”. Il ministro ha anche escluso che per questo bonus famiglie si possa rinunciare al taglio del cuneo fiscale, come proponeva Italia Viva, per cui sono previsti circa 8 miliardi di spesa in 2 anni.
Infatti nella bozza della NADef (la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza) che costituisce la base finanziaria della prossima legge di bilancio, approvata ieri dalla Maggioranza in Senato è stato eliminato qualsiasi riferimento a specifiche misure di aiuto alla famiglia come l’assegno unico per i figli.
Intanto il DDL 687 Lepri (vedi qui il testo) sull’assegno unico per i figli, ha iniziato il suo iter legislativo ordinario in Commissione affari sociali, e l’ex ministro Delrio, tra i firmatari, si dice fiducioso. In realtà ovviamente una legge ad hoc ha bisogno di molto piu tempo per entrare in vigore rispetto alla legge di bilancio da varare entro fine anno, ed è comunque soggetta ad approvazione solo se si trovano le risorse.
E’ probabile che il progetto, che sembra condiviso convintamente da tutta la maggioranza, si sviluppi gradualmente all’interno del programma di governo in un arco di tre anni, come annunciato del Presidente Conte nel discorso di insediamento.
Lo conferma indirettamente il viceministro dell’Economia Misiani che ha parlato di «grande complessità» dell’operazione di riordino dei sussidi alle famiglie che «non riusciremo ad affrontare in questa legge bilancio» ma che, ha assicurato, «resta un obiettivo importante, di medio periodo». Confermato invece come «primo passo» nelle politiche familiari l’intervento sugli asili nido, con «l’azzeramento delle rette per i redditi medi e bassi» .
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.