Colf e badanti, il salario minimo a 9 euro rischia di raddoppiare i costi
L’introduzione del salario minimo a 9 euro all’ora comporterebbe aumenti dal 40% al 107% dei costi a carico delle famiglie che impiegano colf e badanti. La paga oraria prevista oggi dal Contratto collettivo del lavoro domestico (che è in fase di rinnovo) oscilla da 4,62 euro a 8,21 euro lordi all’ora in base ai diversi livelli di inquadramento e di specializzazione dei lavoratori assunti.
L’impatto del salario minimo sulle famiglie
Il disegno di legge sul salario minimo all’esame della commissione Lavoro del Senato – che ha come primo firmatario l’attuale ministro del Lavoro Nunzia Catalfo – prevede che la retribuzione da applicare ai lavoratori sia quella prevista dal contratto collettivo nazionale in vigore per il settore, «e comunque non inferiore a 9 euro all’ora al lordo degli oneri contributivi e previdenziali» (nel caso del lavoro domestico, vuol dire 9 euro compresi i contributi all’Inps e alla Cassa Colf).
Questa formulazione comporterebbe aumenti per le famiglie-datori di lavoro domestico, che porterebbero il costo di una badante convivente impiegata per 54 ore a settimana (livello A), da 11.629 euro a 32.152 euro all’anno (+176,5%). Per una baby sitter assunta al livello BS, non convivente, impiegata per 25 ore a settimana, il costo annuale passerebbe da 8.028 euro a 14.654 euro ( +82,5%).
Considerando che nel lavoro domestico la percentuale di persone impiegate in nero (o “dichiarate” all’Inps per meno ore di quelle effettivamente svolte) è del 60%, ovvero ci sono 859.233 lavoratori assunti regolarmente e 1,2 milioni per i quali lo Stato non incassa nè imposte nè contributi, un aggravio dei costi a carico delle famiglie potrebbe comportare un ulteriore aumento del lavoro irregolare.
Peraltro, in base ai calcoli di Domina e Fondazione Leone Moressa, solo il 10% dei pensionati oggi può permettersi di pagare una badante a tempo pieno con il solo reddito da pensione. Una quota che con l’introduzione del salario minimo a 9 euro passerebbe all’1,8% dei pensionati.
Le associazioni dei datori di lavoro domestico hanno segnalato questo rischio nelle audizioni avvenute in commissione Lavoro al Senato durante l’esame del Ddl Catalfo sul salario minimo (Atto Senato 658).
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