Allo sciopero contro gli Isa si uniscono gli avvocati
Il caso Isa-protesta dei professionisti diventa sempre più caldo. Se, infatti, le iniziative che contestano la scelta del precedente Governo M5S-Lega si allargano dai commercialisti agli avvocati, cresce il confronto anche a livello politico.
Da un lato, infatti, continua il pressing dei parlamentari che si stanno facendo carico di raccogliere le proteste delle categorie, finora senza successo. Questo mentre, d’altro lato, il problema Isa risulta essere sotto osservazione del ministero dell’Economia e delle Finanze.
Certo il quadro di partenza è difficile. Mancano pochi giorni al varo della Nadef (la nota di aggiornamento del Def); all’applicazione degli Isa vengono ricondotte entrate che risultano preziose per le casse statali se si pensa alla difficoltà di far quadrare i conti; la situazione di bilancio finisce per pesare sulle richieste di applicazione facoltativa e di proroga.
La protesta degli avvocati
Intanto ieri anche il Consiglio nazionale forense ha approvato una delibera dove chiede di rinviare di un anno l’applicazione dei famigerati indici (nati, è il caso di ricordarlo, come strumento di compliance) «in attesa di una correzione che, coinvolgendo le categorie professionali a partire dalla avvocatura, possa perseguire quella leale collaborazione posta a base dello Statuto del contribuente».
Si affianca alla protesta l’Organismo congressuale forense, che nel denunciare l’aggravarsi delle criticità relative agli Isa ha proclamato lo sciopero in commissione tributaria nella settimana dal 1° al 7 ottobre, in contemporanea (se si esclude il 30 settembre) con lo sciopero dei commercialisti che, accanto al mancato pagamento del proprio F24 nei giorni 30 settembre e 1° ottobre prevedono, come forma di protesta, l’astensione dall’attività in Commissione tributaria per otto giorni fino al 7 ottobre.
Intanto la questione Isa è sempre più dibattuta anche presso gli Ordini locali dei commercialisti.
Ieri il presidente dell’Odcec di Milano, Marcella Caradonna, ha definito gli indici sintetici di affidabilità «il nostro incubo». «Siamo sempre più convinti – afferma Caradonna – dell’esigenza della disapplicazione degli Isa per l’anno 2018. Le problematiche a livello informativo e informatico non consentono, infatti, di fornire all’agenzia delle Entrate informazioni in grado di dare una corretta visione della reale situazione del contribuente».
Parla di «situazione di incertezza generale» Elbano De Nuccio – presidente dell’Odcec di Bari che ieri, insieme ai presidenti di Torino, Roma e Milano, ha organizzato un convegno dedicato al tema, in collaborazione con il Gruppo24Ore. Le sette differenti versioni del software tra il 10 giugno e il 30 agosto scorso sono il segno- per De Nuccio – che «occorre mettere mano a tutto il sistema tributario perché troppo squilibrato, alluvionato di norme – 60 novità fiscali di grande impatto in soli quattro anni, dal 2015 ad oggi – e che va riformato, da subito, coinvolgendo però nella genesi delle norme coloro che le applicano, cioè noi».
Dunque basta proroghe all’ultimo minuto o ad adempimento già scaduto, circolari contraddittorie, scadenze che si rincorrono. E quindi rimane la proposta di una disapplicazione, o di un’applicazione facoltativa degli Isa per il 2018, come unica soluzione perseguibile per combattere l’incertezza totale che persiste a pochi giorni dal pagamento delle imposte. Neppure il fatto che numerosi garanti dei contribuenti abbiano rappresentato il danno che milioni di partite Iva subirebbero, per via di errori e ritardi dell’agenzia delle Entrate, ha smosso dal suo silenzio-accusano i commercialisti- il ministero.
Parla, riferendosi agli Isa, di «ennesima forca caudina alla quale sono sottoposti i commercialisti» Luca Asvisio, presidente dell’Ordine di Torino che vede i colleghi stretti da una parte da adempimenti che non sono percepiti dalla collettività e dall’altra da clienti che non sono disposti a riconoscere ulteriori costi per le indubbie competenze che necessariamente vanno poste nell’applicazione della norma.
L’annuncio a Roma
Lunedì è prevista a Roma una conferenza delle nove sigle sindacali dei commercialisti (Adc, Aidc, Anc, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco, Ungdcec, Unico) che hanno proclamato lo sciopero; sarà l’occasione per chiedere al Governo un incontro. Le richieste, accanto alla sospensione o applicazione facoltativa degli Isa, sono il rispetto dello Statuto del contribuente e il coinvolgimento della categoria nella stesura delle norme che la riguardano. I tempi per agire, però, sono molto ridotti. In base al Codice di autoregolamentazione dello sciopero dei commercialisti un eventuale revoca deve essere comunicata almeno cinque giorni prima, e quindi entro il 25 settembre.
Fonte: IlSole24ore
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