Contanti, Bankitalia avrà i nomi di chi movimenta più di 10mila euro in un mese
Si accende oggi un nuovo faro che dovrà fare luce su casi di utilizzo “anomalo” di contanti, spesso anticamera di riciclaggio ed evasione da parte della criminalità organizzata. Un faro che si accende su chi movimenta, fra prelievi e versamenti, complessivamente oltre 10mila euro in un mese. Le operazioni in contante sono una delle fonti di potenziale rischio riciclaggio vista la loro diffusione in Italia: 204 miliardi l’operatività in banconote dell’anno scorso (-3% sul 2017; 192 miliardi in versamenti e 12 in prelievi).
Strumento previsto dalla legge di riforma 2017
Da questo mese infatti la Uif, l’unità di informazione finanziaria incardinata presso la Banca d’Italia, potrà avvalersi di un nuovo strumento previsto dalla legge di riforma del 2017 e partito dopo una consultazione con gli operatori. E così banche, Poste e istituti di pagamento dovranno fornire alla Uif i nominativi di chi supera quel tetto, anche con più operazioni da oltre mille euro.
I tempi della comunicazione oggettiva
La “comunicazione oggettiva” (questo il nome ufficiale) dovrà essere fatta su base mensile e non comporterà l’automatica segnalazione di operazione sospetta ma certo accenderà un faro da parte delle autorità di vigilanza. Le operazioni dovranno essere individuate considerando «tutte le movimentazioni di denaro effettuate dal medesimo soggetto, in qualità di cliente o di esecutore; le operazioni effettuate dall’esecutore sono imputate anche al cliente in nome e per conto del quale ha operato».
Il primo invio dovrà essere effettuato entro il 15 settembre e riguarderà i dati riferiti ai mesi di aprile, maggio, giugno e luglio. I contanti in Italia restano ancora molto usati, rispetto agli altri paesi europei, malgrado l’aumento di questi anni degli strumenti di pagamento come carte di credito, bancomat e bonifici. La “moneta di plastica”, ora anche contactless e il mobile banking stanno facendo passi rilevanti. Ma oltre l’80% dei pagamenti resta eseguito in contanti con dei costi per le banche, gli utenti e sociali, basti pensare alla sicurezza necessaria per proteggere le filiali e i rischi per gli esercizi commerciali di tenere in cassa somme rilevanti di denaro.
Finalità anti riciclaggio
E poi c’è l’aspetto riciclaggio: come rilevava di recente uno studio della stessa Uif, i contanti sono usati maggiormente al Sud per una questione di arretratezza finanziaria e tecnologica ma gli usi anomali sono concentrati al Centro Nord, laddove guarda caso l’economia muove risorse maggiori. «I risultati – si legge nello studio – mostrano che l’utilizzo di contante è negativamente correlato con il grado di sviluppo economico locale e con il grado di finanziarizzazione. Al contrario, l’utilizzo del contante risulta correlato positivamente con le dimensioni dell’economia sommersa». Non solo: la distribuzione geografica, a livello di comuni e province, del rischio di riciclaggio «risulta coerente con la presenza delle principali organizzazioni mafiose, così come emerge dalle evidenze investigative, e positivamente correlata sia con misure del riciclaggio (le operazioni sospette segnalate alla Uif) sia con indicatori di attività criminale (le denunce di particolari reati)».
Fonte: IlSole24ore
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